La buona pratica della coltivazione biologica è essenziale per la
salvaguardia dell’ambiente. L’attività virtuosa degli agricoltori
biologici è basata sul rispetto della natura e dei suoi cicli naturali.
Questa cultura tutela il suolo, l’acqua, la biodiversità ed il paesaggio
con una corretta gestione della fertilità del suolo.
E’ quanto abbiamo appreso ai “Giovedì del Gusto” organizzati da Regione Marche sul Biologico.
Gli agricoltori biologici curano il suolo bilanciando la portata della
loro azione tra ciò che apportano e quello che asportano, migliorando la
sua fertilità sotto tutti gli aspetti.
Un principio generale indispensabile per l’agricoltura biologica è la
difesa della biodiversità, con l’obiettivo di conservarla ed
incrementarla poiché è la garanzia della sostenibilità ambientale di un
processo produttivo. Particolare attenzione è data quindi anche alla
conservazione delle specie animali e vegetali in via di estinzione.
Il biologico è quindi un invito quotidiano alla buona cucina ed al
benessere. La pasta biologica è ottenuta con grani duri, un’essicazione
lenta e a basse temperature per conservare tutte le proprietà nutritive
del grano.
giovedì 29 ottobre 2015
mercoledì 21 ottobre 2015
Miele e formaggi marchigiani: protagonisti d’eccellenza Segreti e pregi di un abbinamento sano e genuino
Il
consumo del formaggio nell’alimentazione italiana è
particolarmente gradito e molto diffuso ed anche in questo settore la
produzione regionale marchigiana vanta una lunga e consolidata
tradizione. Il tagliere dei formaggi comprende il pecorino (in realtà
ne esistono più di cento tipi, ognuno che riflette la maestria del
produttore), accomunati dall’uso del latte ovino crudo appena munto
e dal caglio, che deve essere naturale di agnello o capretto. Sono
inoltre da ricordare anche i formaggi di latte di capra, che vantano
specialità quali il caprino al lattice di fico, per il quale sono
impiegati attrezzi di legno e caldaie in rame stagnato per preservare
la microflora batterica autoctona.
Non
mancano le specialità come il pecorino fatto stagionare in botti di
rovere, barili o tini o il Formaggio di Fossa, tipico delle provincie
più a Nord, che si caratterizza per la stagionatura in fosse scavate
nella roccia. La Caciotta di Urbino, detta anche Casciotta, tra i
formaggi più conosciuti delle Marche, ha ottenuto la DOP. Si
riconosce per la sua pasta friabile, semicotta, ottenuta lavorando
latte di pecora e vaccino, con l’aggiunta di caglio e lieviti
nobili. Segue una breve stagionatura.
Ancora
troviamo il formaggio al tartufo, l’Ubriacone, ottenuto aggiungendo
all’impasto vinacce di uve autoctone del territorio anconetano o il
pecorino ubriaco alla Vernaccia di Serrapetrona. Delicato, dal
piacevole profumo è anche il formaggio foglia di noce.
Questo
e molto altro è stato illustrato negli appuntamenti con i “Giovedì
del gusto”
organizzati da Regione Marche a Milano nel contesto del Fuori Expo
2015, che hanno visto la partecipazione di diverse aziende agricole
che hanno così avuto l’opportunità di presentare le loro
produzioni con tutto l’entusiasmo e la competenza che, solo chi
lavora con amore per il proprio territorio e rispetto per le
tradizioni, può fare.
venerdì 16 ottobre 2015
FRESCHISSIMO O FREDDISSIMO: DAL CAMPO ALLA TAVOLA. Ortaggi: Le Marche leader nella III e IV Gamma
Mai sentito parlare di filiera
“chiusa”?
È ciò che è
stato spiegato ai “Giovedì del Gusto” organizzati da
Regione Marche per promuovere le eccellenze agroalimentari
marchigiane nel contesto di Expo 2015.
Una filiera è
definita "chiusa" quando tutte le fasi del processo
produttivo vengono eseguite direttamente da una sola organizzazione:
dall'acquisto dei semi fino alla consegna del prodotto finito.
Le insalate, e tutte le tipologie di ortaggi coltivati dall'azienda Ambruosi & Viscardi, presente ai “Giovedì del Gusto”, dedicato ai prodotti di III e IV gamma, sono prodotte da una filiera chiusa: con l'acquisto del seme, rigidamente NO OGM, si avvia l'attività di produzione delle piantine ottenute all'interno del proprio vivaio. Le piantine vengono poi coltivate direttamente sui propri terreni utilizzando metodi certificati di produzione a basso impatto ambientale. Una volta raggiunto il giusto grado di maturazione i prodotti ottenuti vengono raccolti ed inviati nei propri stabilimenti, il cui processo produttivo viene certificato.
Le insalate, e tutte le tipologie di ortaggi coltivati dall'azienda Ambruosi & Viscardi, presente ai “Giovedì del Gusto”, dedicato ai prodotti di III e IV gamma, sono prodotte da una filiera chiusa: con l'acquisto del seme, rigidamente NO OGM, si avvia l'attività di produzione delle piantine ottenute all'interno del proprio vivaio. Le piantine vengono poi coltivate direttamente sui propri terreni utilizzando metodi certificati di produzione a basso impatto ambientale. Una volta raggiunto il giusto grado di maturazione i prodotti ottenuti vengono raccolti ed inviati nei propri stabilimenti, il cui processo produttivo viene certificato.
Ma non basta: la
sensibilità per l’ambiente continua anche sul versante energetico;
l'azienda ha raggiunto l'auto sufficienza energetica attraverso
l'installazione di un impianto fotovoltaico ed un impianto di biogas
nel quale si recuperano gli scarti della lavorazione giornaliera
della materia prima.
Dalla produzione del Biogas si
ottengono prodotti digestati che vengono utilizzati come concimi
organici, fondamentali per la fertilità dei terreni con i quali si
può dare origine ad un nuovo ciclo produttivo.
Questa filiera lavora quindi a favore del rispetto dell'ambiente, sfruttato in maniera sostenibile in modo che possa dare al meglio i suoi frutti negli anni; dell'autosufficienza aziendale per trarre risorse da ogni fase produttiva senza gravare su altre energie; della competitività aziendale ottenuta attraverso la riduzione dei costi di produzione unita al mantenimento di elevati standard qualitativi.
Ecco come, nelle Marche competitività e qualità ....vanno a braccetto.
Questa filiera lavora quindi a favore del rispetto dell'ambiente, sfruttato in maniera sostenibile in modo che possa dare al meglio i suoi frutti negli anni; dell'autosufficienza aziendale per trarre risorse da ogni fase produttiva senza gravare su altre energie; della competitività aziendale ottenuta attraverso la riduzione dei costi di produzione unita al mantenimento di elevati standard qualitativi.
Ecco come, nelle Marche competitività e qualità ....vanno a braccetto.
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